"...non è mai questione di dire, ma di dare.

Di farsi strumento, cassa di risonanza,

per qualcosa che a ben guardare c'è già.

e basta solo srotolarlo come fosse una tenda."

 

Notti in bianco, baci a colazione.

M. Bussola.

 


La psicoterapia cognitiva: le caratteristiche dell'intervento


La psicoterapia cognitiva è una forma di terapia che si basa sul presupposto che vi è una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti e che i problemi emotivi sono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente. Si fonda sul principio teorico che la sofferenza psicologica è legata alla presenza di credenze patogene (beliefs) che determinano emozioni dolorose e comportamenti non adattativi.

I nostri pensieri, le valutazioni e i soprattutto i significati che attribuiamo agli eventi determinano le nostre reazioni emotive e le azioni che mettiamo in atto per gestirle. Una stessa situazione può quindi venir vissuta in modo molto diverso da due persone, in base a come viene interpretata.

Ogni persona costruisce, infatti, durante la sua storia di vita un sistema di credenze e pensieri su di sé e sugli altri che gli permette di interpretare gli eventi e la realtà in modo che essa diventi prevedibile e sicura. Se però questo sistema di conoscenza risulta troppo rigido, ovvero le credenze sono applicate alla realtà in modo poco flessibile e univoco, allora tale sistema conoscitivo diventa disfunzionale e può diventare fonte di sofferenza.

Lo scopo della terapia sta nel riconoscere quali sono le credenze disfunzionali tipiche di quella persona e renderle progressivamente più flessibili, in modo da adeguarsi più agevolmente alla realtà in cui il soggetto viene a trovarsi. 

 

Le caratteristiche fondamentali della terapia cognitiva sono:

  •  E’ scientificamente fondata.

Studi scientifici controllati hanno dimostrato l'efficacia della terapia cognitiva nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici, tra cui la depressione maggiore, il disturbo di panico, la fobia sociale, il disturbo d'ansia generalizzato, il disturbo ossessivo-compulsivo, i disturbi dell'alimentazione, le psicosi. Altre ricerche condotte sia a livello nazionale (es. Istituto Superiore della Sanità) che internazionale (es. Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno dimostrato che la psicoterapia cognitiva ha un'efficacia maggiore o pari agli psicofarmaci nella cura di molte patologie psichiatriche. Se paragonata agli psicofarmaci, inoltre, la terapia cognitiva risulta essere più utile nella prevenzione delle ricadute. In alcuni disturbi (es. disturbo bipolare, psicosi), il trattamento farmacologico continua ad essere indispensabile.

  • E’ orientata allo scopo .

Dopo la prima fase di valutazione diagnostica, terapeuta e paziente stabiliscono stabiliscono insieme quali sono gli obiettivi della terapia ed il piano terapeutico da adottare. Generalmente il terapeuta cognitivista interviene dapprima sui sintomi che, al momento, generano maggiore sofferenza poi sugli altri aspetti del disturbo.

  •  E’ centrata sul problema attuale.

Lo scopo della terapia è la risoluzione dei problemi attuali del paziente e l'attenzione del terapeuta è rivolta soprattutto al qui ed ora. In modo particolare il terapeuta pone la sua attenzione su ciò che nel presente contribuisce a mantenere la sofferenza, pur considerando gli eventi passati e le esperienze infantili come utili fonti d'informazione circa l'origine e l'evoluzione dei sintomi.

  •  E’ basata sulla collaborazione attiva tra terapeuta e paziente .

Terapeuta e paziente collaborano attivamente per capire il problema e sviluppare delle strategie adeguate al padroneggiamento della sofferenza generata dal disturbo. I due decidono l'argomento della seduta e lavorano per identificare, mettere in discussione e sostituire i pensieri disfunzionali che portano allo sviluppo dei problemi emotivi.

  • Mira a far diventare il paziente terapeuta di se stesso .

Il terapeuta istruisce il paziente sulla natura del suo disturbo, sul processo della terapia e sulle tecniche cognitive e comportamentali. Il paziente, quindi, viene allenato a prendere consapevolezza del proprio funzionamento mentale e ad utilizzare le tecniche per gestire la propria sofferenza.L'acquisizione delle abilità di gestione delle emozioni dolorose permette al soggetto di beneficiare del trattamento anche dopo la conclusione della terapia.

  • Le tecniche utilizzate servono a gestire gli stati emotivi dolorosi del paziente e variano in base al tipo di problema presentato e alla fase della terapia .