Disturbi del sonno


Il sonno è legato a processi fisiologici e psicologici estremamente sensibili e delicati, che possono venire influenzati da numerosissimi fattori. Tra questi vi sono l’alimentazione, l’alcool, l’ambiente, lo stress legato al lavoro, le preoccupazioni per la giornata successiva, l’esercizio fisico, le abitudini, lo stato emotivo e così via. Anche la qualità del sonno è strettamente connessa agli eventi della vita quotidiana: ad esempio una grande gioia o un grande dolore possono rendere il sonno molto leggero e frammentato, e a volte anche eventi che riteniamo non averci particolarmente colpiti possono invece arrivare a disturbare il sonno.

 

I disturbi primari del sonno possono essere classificati in:

  • Dissonnie: caratterizzate dall’alterazione del sonno a livello qualitativo, quantitativo e temporale; tra queste l’insonnia, le apnee notturne e le ipersonnie.
  • Parasonnie : caratterizzato da eventi anomali durante il periodo di sonno. Sono parasonnie il sonnambulismo, il sonniloquio (parlare durante il sonno), gli incubi, l’enuresi (minzione involontaria), il bruxismo (digrignare i denti), la sindrome delle gambe senza riposo (movimenti involontari e prolungati delle gambe, che impediscono l'addormentamento).

INSONNIA

Tra tutti i disturbi del sonno, l'insonnia è sicuramente quello più diffuso, in quanto si stima che venga sperimentata occasionalmente da più della metà della popolazione e che affligga in forma grave almeno un italiano su 10.

Soffrire di insonnia significa provare un sonno inadeguato, insufficiente, di scarsa qualità, nonostante si passi molto tempo a letto, descritto da uno o più dei seguenti sintomi:

  • difficoltà ad iniziare o mantenere il sonno,
  • risveglio precoce mattutino
  • sonno poco ristoratore.

Oltre ai sintomi notturni, definiti indicatori dell’insonnia, sono spesso presenti anche disturbi diurni quali:astenia, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, irritabilità.

Questi disturbi possono avere importanti effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita.

Se sono presenti soltanto i sintomi notturni l’insonnia viene definita “insonnia di primo livello”, mentre se questi sono accompagnati da manifestazioni diurne la si descrive come “insonnia di secondo livello”.

In Italia, tra il 2000 ed il 2003, sono stati condotti dall’Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS) gli studi osservazionali Morfeo 1 e Morfeo 2 (Terzano et al.). La popolazione oggetto di studio riguardava i pazienti che si rivolgono ai medici di base e i risultati riportano un’incidenza dell’insonnia del 41%, suddivisa per pazienti che soffrono di insonnia di secondo livello, associata a disturbi diurni (incidenza pari al 44%), e pazienti con insonnia di primo livello (incidenza pari al 20%).

L'insonnia può dipendere da diversi fattori. Può, infatti, insorgere in associazione ad altri problemi di ordine medico e/o psicologico oppure essere causata dall'uso o abuso di sostanze (in questi casi si parla di insonnia secondaria). Quando l'insonnia è indipendente da altri fattori (medici, psichiatrici) si parla di insonnia primaria. Considerato, dunque, che possono esserci diverse cause, è sempre molto importante, anzi essenziale, che si venga sottoposti ad un'accurata valutazione diagnostica per scegliere, di conseguenza, la terapia medica e/o psicologica più adeguata.

L'insonnia può essere distinta, in base alla sua durata, in occasionale o situazionale, quando il problema si manifesta per un breve periodo in corrispondenza di eventi stressanti (problemi familiari, lavorativi, lutti, ecc.), e cronica o psicofisiologica quando perdura per più di un mese, anche in assenza dei fattori che hanno portato alla sua insorgenza. Di solito l'insonnia situazionale diviene cronica quando le preoccupazioni legate al non riuscire a dormire si sostituiscono alle tensioni emotive o ai fattori stressanti che hanno portato alla sua insorgenza, mantenendo uno stato di attivazione psicofisiologica che impedisce il normale sviluppo del sonno.

 

LA PSICOTERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE DELL’INSONNIA

La psicoterapia cognitivo comportamentale è un intervento psicologico, basato su tecniche di comprovata efficacia per la cura dell'insonnia. L'obiettivo della terapia è quello di modificare tutti quei fattori che mantengono l'insonnia, inclusi i fattori comportamentali (cattive abitudini di sonno, orari di sonno irregolari), i fattori psicologici (aspettative irrealistiche sul sonno, preoccupazioni, sentimenti di impotenza sul sonno) e i fattori fisiologici (tensioni mentali e somatiche, iperattivazione). La terapia cognitivo comportamentale è maggiormente indicata per l'insonnia cronica, primaria ed in co-presenza con altri disturbi. In particolar modo, la terapia cognitiva avrà un ruolo rilevante in tutti quei casi in cui l'insonnia è associata ad altri disturbi come i disturbi d'ansia e dell'umore.

La prima fase dell’intervento prevede un'accurata valutazione del tipo di insonnia al fine di stabilire la tipologia di trattamento migliore per il paziente. Verranno valutati i diversi aspetti alla base dell'insonnia allo scopo di modificare tutti quei comportamenti che influenzano negativamente il sonno. La TCC comprende tre componenti, comportamentale, cognitiva e di psicoeducazione o igiene del sonno, che si indirizzano a diversi aspetti dell’insonnia.