Disturbo ossessivo-compulsivo


Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è uno dei disturbi d’ansia più frequenti ed è generalmente caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se, in alcuni casi, si possono presentare ossessioni senza compulsioni e viceversa.

Il termine ossessione indica un'idea, un pensiero, una parola, un ricordo, un sentimento, un impulso o un'immagine che si intromette nella mente di una persona rimanendovi a lungo senza poter essere allontanata. Chi ha delle ossessioni le riconosce come idee proprie, come il prodotto della propria mente anche quando le considera lontanissime dal suo modo di pensare e di comportarsi. Chi ha delle idee ossessive le respinge e tenta di resistere loro, ma non riesce a liberarsi di queste idee se non in parte o per brevi periodi.

Le ossessioni sono sempre accompagnate da un certo livello di stress che nasce dal fatto che spesso tali idee sono assurde e incomprensibili, a volte ripugnanti. La persona che le subisce è impegnata in una lotta vana e sfibrante per liberarsene e non riesce a pensare ad altro.

Le ossessioni non se ne vanno e la continua presenza di queste idee compromette la capacità di prestare attenzione, di concentrarsi, di pensare e, quindi, di lavorare e vivere serenamente.

Fra le ossessioni più frequenti ricordiamo quelle che hanno a che fare con:

•il controllo: la paura di aver lasciato le finestre di casa aperte al momento di uscire, il gas aperto, la portiera della macchina ecc;

•la simmetria: l’ordine e la precisione nel disporre determinati oggetti;

•la contaminazione: timore di sporcarsi e infettarsi con germi invisibili;

•il danno ad altri: il timore di aver investito qualcuno mentre si guida;

•a sfondo religioso: il timore di dire o pensare qualcosa di blasfemo.

Tutte le paure ossessive hanno a comune il senso di responsabilità verso gli altri, la paura di commettere un danno ad altri, ed il timore del giudizio inteso come paura di essere moralmente giudicabili per un errore commesso.

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente per evitare che possa verificarsi l’evento catastrofico che la persona teme possa realizzarsi.

Sono volte a ridurre il disagio o a prevenire eventi o situazioni temute; comunque non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.

Fra le compulsioni più frequenti:

•il controllo, “checking”: controllare più volte di non aver lasciato aperto gas, porte, finsetre..

•il lavarsi “washing”: il lavarsi ripetutamente le mani o i vestiti;

•compulsioni mentali come ripetere dei numeri, leggere le targhe della auto.

 

Trattamento:

  • Terapia farmacologica: gli antidepressivi alleviano i sintomi ansiosi e riducono ossessioni e compulsioni
  • Terapia psicologica: la terapia cognitivo comportamentale è la terapia che si è dimostrata più efficace nel trattare il DOC, agendo direttamente sulle compulsioni e riducendo l’intensità delle ossessioni e il disagio che queste provocano. Interventi Cognitivo-Comportamentali come quelli di esposizione e prevenzione della risposta sono efficaci nel caso di comportamenti di evitamento per paure ossessive con conseguenti rituali compulsivi (ad esempio la paura dello sporco e di essere contaminati con i conseguenti lavaggi ripetuti). La persona impara ad esporsi alla situazione che teme e a fronteggiare il disagio; si allena gradualmente a entrare in contatto con il pensiero e con il comportamento e con le proprie paure e impara che i pericoli previsti non sono mai così come vengono immaginati prima dell'esposizione. Gli interventi di tipo cognitivo, inoltre, agiscono su quei processi di pensiero che sono responsabili del mantenimento del disturbo, tra cui: i tentativi di controllo del pensiero, tipici degli ossessivi, l’incapacità di tollerare il rischio, il timore esagerato di essere responsabili o colpevoli di eventuali catastrofi a causa di disattenzioni o errori. In questo modo, chi soffre di questa patologia impara a dare il giusto peso ai pensieri negativi. Quasi tutte le persone ossessive ritengono, infatti, che avere certi pensieri negativi sia di per se pericoloso o moralmente deplorevole aumentando così il timore di averli. La terapia cognitiva serve, inoltre, a far capire al paziente le ragioni (intervento psico-educazionale e motivazionale) per cui dovrebbe fare ciò che tutti i familiari gli chiedono e che non riesce a fare, cioè imparare ad accettare le sensazioni spiacevoli generate dall’ansia e a impegnarsi gradualmente a non mettere in atto gli evitamenti e i rituali.